Agricoltura e giardinaggio
Olivicoltura: la sfida contro la scarsità di olio d'oliva e l'aumento dei prezzi
Sei un appassionato di olivicoltura, o forse stai cercando di comprendere meglio la situazione dietro i prezzi in aumento? In questo articolo, esploreremo il mondo dell’olivicoltura e scopriremo i dettagli sulla produzione, le sfide che i produttori affrontano e le ragioni alla base della scarsità dell’olio d’oliva.
Quanti kg di olive produce in media un albero di olive?
La quantità di olive prodotta da un albero di ulivo può variare notevolmente a seconda di diversi fattori. Tipicamente, un ulivo può produrre da 20 a 100 kg di olive all’anno, ma le variazioni dipendono dal tipo di ulivo, dal terreno, dal clima e dalle cure colturali. Le varietà da olio, come la coratina e la frantoio, tendono a produrre di più rispetto a quelle da tavola.
Coltivazione e produzione di olio di oliva
L’Italia è una delle principali nazioni produttrici di olio d’oliva al mondo, con oltre 600.000 aziende olivicole. Questa tradizione è particolarmente radicata nelle regioni meridionali come la Puglia, la Calabria e la Sicilia, nonché in regioni centrali come l’Umbria e la Toscana. Queste regioni vantano una vasta gamma di varietà di ulivi, con ognuna che contribuisce al gusto e all’aroma distintivo dell’olio d’oliva.
Olio di oliva extra vergine: qualità e normative
L’olio d’oliva extra vergine (EVO) è considerato il più pregiato e costoso. Per ottenere questa designazione, le olive devono essere spremute con procedimenti esclusivamente meccanici e rispettare i parametri di qualità fissati dall’Unione Europea, come un’acidità inferiore allo 0,8%. L’olio EVO è spesso estratto a freddo, mantenendo una temperatura inferiore a 27 gradi. Per garantire la sua qualità, vengono eseguiti i panel test, esami olfattivi e gustativi effettuati da esperti.
OLIVICOLTURA: la situazione attuale
Nel periodo 2022-2023, l’Italia ha registrato una significativa diminuzione nella produzione di olio d’oliva, con una riduzione del 37% rispetto all’anno precedente.
Una situazione speculare è stata registrata anche nel resto d’Europa con cali significativi nella produzione. Questo declino è stato causato da vari fattori, tra cui la siccità, le temperature elevate e la presenza di parassiti. Queste condizioni hanno contribuito a un aumento dei prezzi dell’olio d’oliva. La situazione è stata resa ancora più difficile dalla riduzione delle giacenze dopo due annate piuttosto critiche.
La produzione di olio di oliva in Italia
Produttori di olio d’oliva: le sfide dei cambiamenti climatici
L’ulivo, una pianta millenaria, vive in stretta simbiosi con l’ambiente circostante, da cui acquisisce una sorta di “codice genetico” specifico legato alle caratteristiche dell’area geografica in cui cresce. Anche le più piccole variazioni nel microclima influiscono sulle proprietà dell’olio prodotto, portando a notevoli sfumature qualitative tra un raccolto e l’altro.
Questo spiega perché le condizioni pedoclimatiche rivestono un ruolo così cruciale nella resa delle olive.
La siccità e la riduzione della produzione
La siccità è uno dei principali colpevoli: la mancanza d’acqua rappresenta una sfida critica, asciugando le radici degli ulivi e riducendo drasticamente la produzione di olio. Nel 2023, la produzione di olio d’oliva in Italia è diminuita del 20%-25%, riflettendo il duro impatto delle condizioni climatiche sfavorevoli.
Tuttavia, la situazione in Italia non è la peggiore d’Europa. Paesi come la Spagna hanno subito una drastica diminuzione della produzione, che è stata ridotta di oltre la metà. Queste stime emergono da un report pubblicato da Coldiretti Toscana, che getta luce sulla sfida che il settore dell’olivicoltura sta affrontando.
Secondo Fabrizio Filippi, Presidente del Consorzio Tutela dell’Olio Extravergine Toscano IGP, le condizioni sembravano promettenti dopo una fioritura ottimale ad aprile. Tuttavia, le abbondanti piogge di maggio e giugno hanno portato a un’impollinazione non uniforme e in molte aree deficitaria. Questi eventi climatici contrastanti hanno reso più difficile la transizione dai fiori ai frutti, contribuendo alla diminuzione della produzione.
L’impatto del caldo sull’olivicoltura
Il caldo estivo torrido di luglio e agosto ha ulteriormente accentuato la difficoltà delle piante. Il calore persistente ha causato ulteriore stress, costringendo gli alberi a scartare le olive che non potevano raggiungere la maturazione completa (condizione è nota come cascola). Questo ha contribuito alla riduzione della produzione di olio d’oliva nel 2023.
Tuttavia, c’è una nota positiva: nonostante le sfide nella quantità prodotta, la qualità dell’olio, soprattutto quello di fascia alta, rimane eccellente. Inoltre, a differenza di altri settori agroalimentari colpiti dall’inflazione, l’olio di qualità superiore risente in misura minore degli aumenti di prezzo, sebbene in casi estremi si possano verificare rincari fino al 20%.
Prezzi dell’olio extravergine
I prezzi dell’olio extravergine di oliva varieranno come di consueto, ma sarà importante monitorare. Gli oli di alta qualità avranno un prezzo che oscillerà tra gli 8 e i 9 euro all’origine, mentre al consumo il prezzo potrà variare dai 12 ai 13 euro al litro. Tuttavia, per gli oli più ricercati, i prezzi potranno raggiungere fino a 20 euro al litro.
Ogni anno, sembra emergere una tendenza alla diminuzione nella produzione di olio d’oliva. Ma come possiamo invertire questa tendenza? Un elemento chiave da considerare è la possibilità di irrigare. I produttori che hanno accesso all’irrigazione hanno potuto mitigare gli effetti della siccità.
Soluzioni per il futuro DELL’OLIVICOLTURA
L’olivicoltura, dunque, sta affrontando sfide senza precedenti dovute ai cambiamenti climatici, ma i produttori continuano a lavorare duramente per mantenere viva questa preziosa tradizione.
Il futuro dell’olivicoltura dipenderà ampiamente dalle tecniche di recupero e utilizzo dell’acqua. Questo potrebbe includere il riutilizzo delle acque reflue o bianche e l’adozione di nuove tecniche agronomiche e di agricoltura di precisione.
Secondo il Consorzio di Tutela dell’extravergine Toscano IGP, la gestione efficiente dell’acqua è fondamentale per garantire il futuro dell’olivicoltura. Le aziende agricole devono essere in grado di raccogliere e utilizzare le acque piovane quando necessario. L’implementazione di infrastrutture di stoccaggio delle acque piovane diventa cruciale.
L’importanza dell’innovazione per l’olivicoltura del futuro
I cambiamenti climatici spingono il settore verso una gestione più professionale e accurata gli oliveti. La tecnologia, tra cui l’IA, offre nuove opportunità per ottimizzare le risorse idriche e monitorare le piante per prevenire le malattie nonché accelerare i processi di selezione delle varietà di ulivi più adatte a diverse condizioni climatiche e ambientali. Dato lo scenario in costante cambiamento, la gestione dell’oliveto non può più prescindere da un approccio moderno e razionale.
L’innovazione e l’adozione di nuove pratiche sono, dunque, le chiavi per mantenere viva questa tradizione antica e preziosa e mantenere l’approvvigionamento di olio d’oliva di alta qualità.
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